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La vicenda delle Tangenti alle Terme ha portato ripercussioni anche a Vibo Valentia. Uno scenario che si ingarbuglia sempre più e che va analizzato confrontando diverse fonti per riuscire ad avere un quadro relativamente vicino alla realtà dei fatti. Importante capire che ci si trova di fronte ad un Sistema consolidato che non si è esaurito con Tangentopoli ma si è evoluto nel tempo. Un cancro duro da estirpare ma che può essere sconfitto arrivando alla fine alla #GiustiziaVera
Riporto articolo notiziario locale. Alla fine il tutto si è risolto con l’assoluzione per gli indagati.

Siamo stati informati che tutto si è risolto in una bolla di sapone, tipico esempio di come vanno oggi le cose in Italia…. una “probabile” colpa, non comprovata, una assoluzione e una “scocciatura” per le parti coinvolte……

Questo il testo riferito al “lontano” 2016……

“Mazzette” in cambio di appalti: arrestato il costruttore del nuovo ospedale di Vibo Valentia

progetto ospedale Vibo Valentia

progetto ospedale Vibo Valentia

L’inchiesta della Finanza porta ad un’ordinanza cautelare nei confronti di S. Guerrato presidente dell’omonima Spa che dovrebbe realizzare il nuovo nosocomio

Si chiama “Imperator” l’operazione nell’ambito della “tangentopoli delle Terme”, con riferimento al comune di Abano Terme, in provincia di Padova, che ha portato all’arresto di cinque persone. Fra loro anche l’imprenditore di Rovigo, S. G., presidente e legale rappresentante dell’omonima società per azioni che nel 2014 si è aggiudicata l’appalto per la realizzazione del nuovo ospedale di Vibo.

Un’opera pubblica attesa da decenni dall’intera comunità calabrese e che nelle intenzioni iniziali di stipula del contratto doveva essere completato entro giugno 2017.
Per realizzare il nuovo ospedale, la capogruppo mandataria “Guerrato spa”, la “Costruzioni Procopio srl (mandante) e l’impresa “Carchella spa” (mandante), hanno costituito la società di progetto denominata “Vibo Hospital Service spa”.

S. Guerrato
Le accuse. L’accusa che viene mossa a S. Guerrato è quella di aver pagato al sindaco di Montegrotto, L. C., una tangente da 174mila euro per ottenere l’appalto per la riqualificazione energetica e l’adeguamento normativo degli edifici comunali e degli impianti di illuminazione pubblica di Montegrotto Terme, in provincia di Padova, assegnato il 30 settembre del 2010. Una commessa del valore di 15 milioni di euro e della durata di 15 anni.
Secondo la Guardia di Finanza di Padova, che ha portato a termine delle complesse indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica (procuratore Matteo Stuccilli e pm Federica Baccaglini), vi sarebbe stato un vero e proprio “modus operandi” che avrebbe caratterizzato gli ultimi otto anni, prima a Montegrotto, dove l’ex sindaco L. C. è stato raggiunto pure lui da un’ordinanza di custodia cautelare al pari dell’amico M. B.. “Modus operandi” che sarebbe stato esportato nella vicina Abano dove L. C. era divenuto sindaco da qualche mese dopo essere stato primo cittadino a Montegrotto. B., 55 anni, residente a Torreglia, dimessosi da sindaco di Montegrotto un anno fa, è stato pure lui arrestato, così come l’imprenditore L. P., 52 anni, di Abano, legale rappresentante della “Pistorello Spa”. Insieme a loro è stato arrestato il presunto faccendiere M. T., 46 anni, di Mestrino, ritenuto un prestanome di L. C. al quale viene ricondotta la “Rls”, società alla quale sarebbe stata pagata la tangente da S. G., per questo finito ai domiciliari, sotto forma di pagamento di fatture per una consulenza che per gli inquirenti sarebbe di fatto mai stata resa.
Altri 18 soggetti sono indagati a piede libero nell’inchiesta .

La “Guerrato spa”. Nata a Rovigo nel 1935 la Guerrato Spa è oggi una delle principali imprese venete, leader nei settori del project financing, facility management, progettazione integrata, realizzazione opere civili ed impianti tecnologici e speciali, ricerca e sviluppo di energie alternative.

S. G., ora ai “domiciliari” con l’accusa di corruzione, è figlio del patron fondatore della Guerrato spa di Rovigo, che è impegnata anche nella realizzazione dell’ospedale di Asiago. La Guerrato in Veneto viene considerata come un’azienda che negli anni ha saputo mantenere ottimi rapporti con la politica, specialmente con il partito di An al quale viene ritenuta vicina.

La Guerrato entra suo malgrado anche in un’altra battaglia giudiziaria che ha svelato gli equilibri della città di Padova, visto che nel 2010 era in dirittura d’arrivo per aggiudicarsi la realizzazione della nuova sede dell’Arpav, operazione che sarebbe stata sponsorizzata da An. Il tutto sarebbe stato però osteggiato da fazioni opposte, come quella di un costruttore veneto sostenuto da un carabiniere poi finito sotto processo per la tentata concussione legata proprio a quella sede.

Le conseguenze a Vibo.
In considerazione dell’inchiesta di Padova e dell’arresto di S. G., appare ora inevitabile pensare che la vicenda possa avere delle ripercussioni anche sulla costruzione del nuovo ospedale di Vibo Valentia. Spetterà in ogni caso all’Asp di Vibo valutare se l’impresa conservi ancora quei requisiti di “moralità” (c.d. requisiti di ordine generale) necessari per mantenere in vita il contratto d’appalto a suo tempo sottoscritto con la Regione Calabria.

Vero è che, ancora una volta, la costruzione del nuovo ospedale di Vibo si intreccia con vicende giudiziarie che interessano gli imprenditori che dovrebbero realizzare l’importante opera pubblica.

Era già successo nel 2004 con il “Consorzio Tie” di Bitonto degli imprenditori pugliesi D. L. e D. S. Una “scatola vuota” che si era aggiudicata la realizzazione del nuovo ospedale (pur non avendo nè gli uomini, nè i mezzi per realizzarlo) attraverso una vera e propria truffa che ha portato alla condanna da parte del Tribunale di Vibo Valentia dell’imprenditore D. L. finito al centro dell’operazione denominata “Ricatto” condotta sul campo dal luogotenente Nazzareno Lopreiato, all’epoca alla guida della Stazione dei carabinieri di Vibo, con il coordinamento dell’allora pm della Procura di Vibo, Giuseppe Lombardo (oggi pm di punta della Dda di Reggio Calabria).

Un’inchiesta che ha toccato le più alte sfere della politica romana (il partito dell’Udc), della massoneria, dell’Opus Dei e della ‘ndrangheta (clan Lo Bianco di Vibo e Giampà di Lamezia Terme, interessati ai subappalti), con un giro di malaffare e di tangenti terminato in un caso di mala-giustizia per via di un processo dimenticato da tutti (Procura di Vibo in primis dopo il trasferimento dei pm Giuseppe Lombardo e Fabrizio Garofalo, politica e varie associazioni “paladine” della legalità a parole, poi) e rinviato in continuazione dai vari Collegi che si sono succeduti nella sua trattazione.

Anche l’Asp di Vibo Valentia ci ha messo del suo, costringendo il proprio legale di parte civile, L. C. del foro di Catanzaro, a dimettersi dall’incarico essendo di fatto rimasto da solo a combattere contro un sistema di malaffare e di malagiustizia con radici difficili da estirpare.

Oggi, quindi, l’arresto del legale rappresentante della “Guerrato spa”. Per la costruzione del nuovo ospedale di Vibo – con buona pace della politica politicante, sia di destra che di sinistra – sembra una maledizione. (g.b.)

fonte http://www.zoom24.it/2016/06/25/mazzette-cambio-appalti-arrestato-costruttore-dellospedale-vibo-guerrato-padova-rovigo-23194/